Il Mare è calmo, dopo la nottata. Scope in resta aspettano di essere agitate e spazzoloni sciacquati, mentre onde di moquette arrotolate si allungheranno presto sul passaggio dell’aia, piazza centrale delle molteplici attività di Mare Culturale Urbano, Mare per gli amici, un centro di produzione artistica diventata una realtà della periferia nord-ovest di Milano, che ha rivoluzionato il vivere quotidiano del quartiere adiacente a via Novara, a un passo dallo stadio Meazza di San Siro.

Mare è un’entità complessa con un fine semplice: aggrega attività artistiche culturali, lavorative, ristorative e di condivisione di spazi con l’unico scopo di creare un posto di buon senso in cui vivere e trasformare la sezione di metropoli con cui è a contatto in una grande famiglia collaborativa. Per questo vediamo scaffali di libri sotto il porticato che ti dicono “prendimi e regalami”, e troviamo una catasta di legna che aspetta solo di alimentare un forno di comunità che cuocerà pane e pizze dei residenti della zona, chi per fermarsi e condividere e chi per fare una sorpresa a casa.

Il mare, infatti, è calmo ma non fermo. Nella bonaccia del lunedì mattina c’è una riunione organizzativa sulle poltrone del centro della corte e un’artista scrive una drammaturgia per un progetto residenziale. Come ti guardi intorno si percepiscono vibrazioni di un’attività futura: il palco, i tavoli, le sale di registrazione, le aule per corsi e conferenze, gli spazi co-working. Anche le fioriere fanno la loro parte che, oltre a decorare, sono popolate di erbe aromatiche che deliziano gli avventori, oltre che tornare utili per un uso gastronomico. Tutto ha un senso ovviamente pratico.

E nasce tutto da un’ispirazione di Andrea Capaldi, co-fondatore insieme a Benedetto Sicca e Paolo Aniello del progetto, che folgorato sulla via di Damasco, come lui stesso ammette, trova nella compagnia teatrale Balletto Civile di Michela Lucenti e Antonio Latella, una strada speciale da interpretare e la vuole coniugare in vita quotidiana. Ci spiega la sua idea in modo chiaro:

«L’arte è cultura e dovrebbe affondare la sua esistenza nelle problematiche di tutti i giorni. Gli artisti dovrebbero servire a farti vedere delle criticità che devono essere affrontate e metabolizzate, e anche se non danno soluzioni, pongono domande interessanti».

Accolto all’interno di cascina Torrette, una tipica cascina lombarda del ‘600, il progetto Mare vuole attribuire all’arte un significato funzionale e pratico per restituirgli il suo ruolo essenzialmente politico. Allora l’artista performativa Zoya Sardashti presenta interventi che espongono interrogativi su come si possano far collaborare le persone per un futuro migliore, in un mondo dove la solidarietà è prossima all’estinzione. E Mare con le sue attività da possibili risposte.

Non a caso l’offerta artistica e culturale a Mare è quasi tutta gratuita, e se vuoi proporre un’attività priva di costi alla comunità, anche gli spazi che ti servono allo scopo lo sono. C’è chi insegna rap ai ragazzi dai 15 ai 25 anni e se hai una band che vuole fare le prime esperienze di fronte a un pubblico, basta che ti iscrivi alla lista di Palco Aperto e la struttura ti mette a disposizione gratuitamente il palco con service e back-line senza un filtro di direzione artistica. Liberi tutti. Si ascolta musica di tutti i generi: dalla classica e concerti per pianoforte all’indie pop al jazz. Stessa opportunità è offerta agli artisti performativi che, attraverso il laboratorio Voci di periferia, si esprimono col writing, canto, dj set, afro. La sperimentazione costruttiva qui è di casa ed è sempre bene accetta senza però ribellarsi al passato, che trova la sua elogia nell’iniziativa Ascolta un disco, dove si ripercorrono diverse generazioni con gli album-leggenda che hanno contribuito a plasmare la nostra epoca.

Ma un futuro migliore, soprattutto per i giovani, non si può realizzare senza la prospettiva di un lavoro, e anche in questo ambito Mare c’è: ha un organico di 18 dipendenti a tempo indeterminato e altri 15 a tempo determinato per la stagione estiva. Ha ideato un progetto con la SIAE per dare possibilità di sviluppo a nuovi drammaturgi, sceneggiatori e compositori, e insieme alla cooperative sociale Arimo ha vinto il bando Prendi parte! Agire e pensare creativo del MiBAC, che permetterà ai giovani del quartiere di seguire una formazione professionale per il management culturale e la produzione di eventi che culminerà con l’assegnazione di un budget per la progettazione della rassegna estiva 2019 di Mare. È un progetto di cui Andrea è orgoglioso:

«permette di riattivare una dinamica proattiva rispetto alla propria vita e consapevolezza, per immettersi nel mondo del lavoro con un alto spirito ed energia».

La vecchia stalla invece diventa luogo perfetto per i corsi di pilates, hatha yoga e danza afro ma anche tango e ballo liscio ambrosiano, laboratori per bambini, e altre attività come Parole e Punti, dove s’insegnano e si producono manufatti in maglia per progetti socialmente utili, anche per quanto riguarda auspicabili prospettive di emancipazione, visto che il corso è seguito anche da uomini.

La sera poi, quando le luci calano e sorseggi una birra artigianale sgranocchiandoti una pizza con lievito madre, nella corte parte una magia che ti porta lontano dalla città metropolitana e ti fa vivere un’esperienza di vita calma e in equilibrio che De Sica, potendo, ci farebbe un altro miracolo a Milano. Il cibo del bar e del ristorante è per quanto più possibile biologico, locale e sostenibile. Mare infatti fa la spesa da Bella dentro, un progetto per combattere gli sprechi ortofrutticoli, il sabato mattina apre le sue porte ai prodotti bio delle cascine locali per metterli a disposizione di tutti, e non si astiene dall’aiutare Allarga l’arca, un’associazione che organizza collette alimentari per assistere le famiglie in stato di povertà. «Siamo un modello di riferimento progettuale ed economico», ci spiega Andrea Capaldi, «e molti studenti fanno tesi su di noi», mentre università come la Cattolica, lo IULM e il Politecnico li chiamano a testimonianza come case study.

Come si comincia a intravedere, il mare è immenso e difficile da spiegare in poche righe, ma ci si può immergere in una speciale talassoterapia culturale che fa crescere le coscienze, i veri valori, un vivere comunitario collaborativo ed etico. È un’esperienza da vivere e navigare senza bussola, lasciandosi andare a quel beccheggio di stimoli che s’incontrano camin-agendo. Si trasforma cosi una Milano multi-status e multi-etnica in una Milano multi-anima e multi-etica.

Il mare s’ingrossa e diventa tempesta di nuove iniziative, idee progressiste, progetti e prospettive che invadono la capitale meneghina come uno tsunami. Capaldi è inarrestabile e il bollettino metereologico prevede che nel prossimo futuro il mare si alzerà per coprire il territorio di altre periferie raggiungendo anche altre città d’Italia. Finalmente si potrà parlare di un cambiamento di clima umano desiderabile, messo in moto da emissioni evolutive ed ego-alteranti. Un mare che può sicuramente iniettare una forza nuova al pianeta azzurro delle acque, nostra unica dimora per gli anni a venire.

Simona Valesi

Simona Valesi

Direttore Responsabile di OlisticNews. Giornalista pubblicista, milanese di nascita e californiana d’adozione, ha scritto per diverse testate italiane e statunitensi. Decisa a opporsi all’informazione denigratoria sensazionalista, volutamente...

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