La sua visione si accorda a una nuova prospettiva della preparazione sportiva maturata negli ultimi anni, non più solamente basata sulla massa muscolare, sulla potenza e sulla prestazione fisica, ma che tiene conto dell’individualità dell’atleta, delle sue emozioni, dei suoi stati d’animo, per aiutarlo nella risoluzione dei suoi traumi e anche nell’analisi delle giornate no.
Un’idea secondo la quale l’allenamento del corpo non può prescindere da un allenamento emotivo e da un allenamento mentale. Sono tre aspetti che devono essere sviluppati insieme, e quando queste condizioni si verificano, si ha la vera realizzazione dell’atleta, la trasformazione in una persona completa, in grado di esprimere pienamente il suo potenziale.
Giacomo ci spiega che lo sport negli ultimi 30 anni si è spostato da una concezione dell’atleta come pura potenza fisica a un individuo unico fatto anche di mente ed emozioni; infatti sono nate figure specialistiche di trainer che lo seguono anche negli aspetti mentali ed emotivi.
La psicologia negli ultimi 15 anni ha fatto il passaggio nella direzione inversa: da un concetto di mente confinata al cervello, ha esteso l’elaborazione mentale al corpo fisico includendo il sistema enterico e vagale.
Sport e terapia dunque stanno avvicinandosi a una sintesi che lo Yoga aveva già codificato oltre 2500 anni fa.
Tuttavia è importante comprendere che, seppure le radici dello Yoga siano in un certo senso sacre ed uniche, la disciplina vada adattata ai tempi e alle persone in un linguaggio e in una modalità d’insegnamento nuovi. Anche nelle arti marziali i grandi maestri sono stati ottimi discepoli, ma a loro volta innovatori che hanno avuto il coraggio di osare e staccarsi dai propri maestri. Non si trattava di rompere una tradizione, ma di adattarla a uomini nuovi, nello stesso modo in cui una nuova pianta cresce da vecchie radici.
È anche fondamentale ricordare che lo Yoga non può essere considerato solo una disciplina ginnica e praticato come fitness nelle palestre, ma dev’essere vissuto ed insegnato con consapevolezza.
Grazie allo yoga, la preparazione sportiva riesce a integrarsi con gli aspetti psicologici ed emotivi degli atleti, ma questo richiede insegnanti preparati e in grado di comprendere il linguaggio di corpo, mente, emozioni.
Giacomo Gerlin
Dopo la laurea svolge l’attività di formatore in ambito legislativo e della comunicazione. Si diploma maestro yoga (Yoga Siromani) a Netala in Himalaya, presso il Sivananda Kutir Ashram. Dal nonno paterno eredita la capacità di sentire fisicamente il prana. Questa capacità si è sviluppata ulteriormente con la pratica della meditazione yoga. Applica questa conoscenza durante le lezioni, trasmettendola agli allievi. È specializzato nell’insegnamento di yoga e meditazione ai bambini, alle donne in gravidanza e alle persone con problemi motori. È studente di Kriya Yoga alla Self Realization Fellowship di Paramahansa Yogananda a Mount Washington in California. È preparatore atletico AICS e CONI e utilizza queste competenze per applicare, in modo efficace, tecniche yoga differenti a seconda delle necessità dello sportivo che desideri migliorare le sue prestazioni. Con diversi viaggi all’estero ha approfondito l’utilizzo delle tecniche di hatha yoga e pranayama applicate alla subacquea e all’apnea. Per l’associazione CYB e altre istituzioni svolge attività di relatore e conferenziere. È direttore tecnico di agenzia viaggi e accompagna gli associati nelle trasferte di gruppo e nei viaggi all’estero. Ha scritto i libri pubblicati da CYB.
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