Si stima che quasi il 18% della popolazione adulta abbia qualche tipo di disturbo d’ansia. Gli stati d’ansia spesso interferiscono con le attività quotidiane, sono difficili da controllare e possono durare a lungo. In un periodo di emergenza, come quello che stiamo vivendo in seguito alla pandemia di Covid-19, i momenti di incertezza e di paura del continuo cambiamento innescano reazioni di stress, che paralizzano e complicano la nostra vita.

La Dott.ssa Stefania Doria, medico chirurgo, specialista in psichiatria e psicoterapia, autrice del libro di recente pubblicazione “Vivere senza ansia”, ci spiega, in questa intervista, che cos’è l’ansia e quali sono i suoi disturbi.

“L’ansia è la preoccupazione sulla verificabilità di un evento futuro, l’etimologia della parola nasce dal verbo latino ango che significa stringere, soffocare.

Ciascuno di noi ha avuto almeno una piccola crisi d’ansia, e ha sentito stringesi la gola, stringersi lo stomaco, ha sentito che l’aria non entrava bene nei polmoni, perché tutto ciò che si contrae ha origine dall’ansia.

Infatti, il comportamento universale di chi soffre d’ansia è quello di allentare il nodo della cravatta, piuttosto che aprire le finestre, anziché sventolare le mani per ricevere più aria. L’ansia è una costrizione, e ciò che viene a mancare è il respiro.

Noi abbiamo “fame d’aria” ogni volta che siamo in una situazione d’ansia. Ciò che attiva questo meccanismo è la la preoccupazione: quando ci sentiamo preoccupati per qualcosa che potrebbe verificarsi, nel nostro cervello avvengono una serie di reazioni a cascata, le quali attivano tutti i sintomi che costituiscono la “fame d’aria”.

Si può percepire il cuore battere all’impazzata, si può avere mal di testa, si possono sentire i muscoli del collo e delle spalle contrarsi, si possono avere le vertigini. Tutto ciò rientra nelle reazioni che il cervello attiva quando si trova in uno stato di ansia e preoccupazione.”

Nel suo libro, stress e ansia sono parole intercambiabili, in qualità di patologie che generano ripercussioni negative nelle relazioni affettive e sociali, oltre che nel rendimento professionale.

“L’ansia ha vari livelli di gravità, perciò se è un ansia lieve non accade nulla, sto male solo io. Se l’ansia, tuttavia, diventa veramente grave, assumendo quindi la connotazione di ansia patologica, io non sono nemmeno più capace di svolgere una routine, o il lavoro che faccio da sempre. Non sono più in grado di andare al lavoro, per cui quest’ansia assume un importantissimo ruolo nella mia vita sociale.

La gravità di un disturbo d’ansia generalizzato, ovviamente, dipende dalla serietà dei sintomi, ma nel mio libro metto in relazione stress e ansia, e uso l’uno al posto dell’altra, poiché i meccanismi che attivano sono sempre gli stessi. Avviene un’attivazione fisiopatologica di alcuni nostri sistemi, e il paradosso è che proprio quest’ultimi servono a farci sopravvivere.

Quando provo preoccupazione per un evento, vivo la paura che qualcosa possa verificarsi. Perciò il mio fisico attiva le reazioni che servono a difendermi, ma, poiché di fatto non ho nessuna situazione da dover combattere, mi stresso e stanco soltanto e mi sovraffatico anche solo all’idea dell’evento e della preoccupazione che comporterebbe.”

Nel libro vengono descritti importanti esercizi che dimostrano come il respiro possa modificare situazioni esterne, aiutando così a vincere l’ansia.

Gabriella Origano

Gabriella Origano

Direttore Editoriale di OlisticNews, giornalista iscritta all’elenco dei pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia; lavora per anni nel campo delle Digital Graphic Arts per importanti editori e aziende internazionali. Scopre la...

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