Vi siete mai chiesti perché negli ascensori non ci si guardi mai negli occhi ma sempre per terra o in un angolo vuoto?
Allontanare lo sguardo è una maniera per mettere una certa distanza tra persone che non si conoscono, e che quindi non hanno piacere a stare in contatto, possiamo anche dire che è un modo per imporci una distanza fisica e non sapendo come fare, lo facciamo con gli occhi.
Il nostro spazio fisico e mentale è uno spazio che proteggiamo per non venire invasi dagli altri: lo spazio prossemico è uno spazio che tendiamo a conservare in tutti i rapporti sociali.
All’interno della nostra “bolla” ci sentiamo a nostro agio, e percepiamo chi viene da fuori come un intruso, che possiamo o meno accogliere.
Non tutti infatti sono i benvenuti, e non tutti nella stessa misura.
Chi è benvoluto può oltrepassare questi confini e siamo contenti che lo faccia, ma con chi invece non vogliamo avere niente a che fare, anche una vicinanza relativa è come una violazione, una forzatura della nostra intimità.
Esistono diversi gradi di vicinanza, a seconda di com’è il rapporto tra noi e l’altra persona.
È probabile che al tuo partner permetterai di starti ben più vicino di un completo sconosciuto e che un tuo collega sarà trattato in modo “intermedio” tra l’intimità e il rapporto del tutto formale.
La tua bolla prossemica infatti è regolata in modo da avere come dei gradi.
Se non sai cosa è la prossemica, ti basta sapere che è una disciplina creata dall’antropologo Edward Hall e lui stesso la definisce con queste parole: “studio dell’uso che gli individui fanno del loro spazio sociale e personale”.
Il ricercatore Hall ha osservato che la distanza relazionale tra le persone è correlata con la distanza fisica, ha definito e misurato quindi quattro “zone” interpersonali:
- La distanza intima (0-45 cm).
- La distanza personale (45–120 cm) per l’interazione tra amici.
- La distanza sociale (1,2-3,5 metri) per la comunicazione tra conoscenti
- La distanza pubblica (oltre i 3,5 metri) per le pubbliche relazioni.
Uomini e donne hanno “bolle prossemiche” diverse
È inoltre importante sapere che uomini e donne hanno una diversa bolla: le donne più larga ai lati, gli uomini più ampia sul fronte.
Ciò significa che, quando parli con un uomo, è bene non stargli proprio davanti, specie se sei anche tu uomo, perché questo gesto è minaccioso e poco gradito.
Meglio mettersi a 45° rispetto a lui.
Quando invece hai a che fare con una donna, è più indicato occupare la posizione diretta di fronte, perché appunto, se ti metti di lato come con un uomo ottieni l’effetto contrario e appari come sfuggente e poco sincero.
Le donne tendono ad avere una bolla meno sviluppata di quella maschile, e quindi a parlare a una distanza inferiore, eppure, sono molto sensibili ad ogni invasione, specie se da parte di un uomo.
Altra cosa da tener presente è che se due persone stanno discutendo è meglio non intromettersi, ma se proprio si vuole fare, bisogna creare un nuovo equilibrio, in modo che tutti siano a 45° circa uno dall’altro. Se provi a entrare in una discussione a due, e ti accorgi che nessuno dei due altera la propria posizione, vuol dire che non sei ben accetto, quindi lascia perdere.
La bolla prossemica coinvolge anche gli oggetti che ci circondano, che fanno da confine intorno a noi.
Toccarli, specie se senza permesso, è un’invasione bella e buona!
Se si desidera che la comunicazione sia efficace è necessario fare attenzione ai segnali non verbali che l’interlocutore invia (segnali di allontanamento/avvicinamento) e porsi ad una distanza relazionale che l’altro desidera venga mantenuta.
È utile a tal proposito citare una metafora di Nietzsche per fissare meglio le idee: “Nelle fredde giornate di inverno i porcospini si rifugiano in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.
Ben presto però sentono le spine reciproche e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li porta di nuovo ad avvicinarsi si pungono di nuovo. Ripetono più volte questi tentativi, finché non trovano quella “giusta” distanza reciproca che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi male reciprocamente”.
Anche noi nelle relazioni siamo sempre alla ricerca della giusta vicinanza grazie alla quale “non si ha freddo”, cercando però di evitare quell’intimità che in alcuni casi può ledere.
Per approfondimenti consiglio i miei libri:
– Prova a mentirmi – edizioni franco angeli
– Comunicare bene. La comunicazione come forma mentis
Biografia autore: Fabio Pandiscia
Dottore in Psicologia ad indirizzo clinico e di comunità, Ricercatore e Master Trainer PNL, Autore di vari libri e pubblicazioni sul linguaggio del corpo, miglioramento personale e PNL.