La Leggenda del Natale
19 dicembre, di Elena Carrera
Concludiamo il nostro percorso di Avvento con la leggenda di Natale. Narra una tradizione, ormai diffusa in tutto il globo terracqueo, dalla savana africana alle isole australiane, che in una fredda notte in terra palestinese, 2020 anni fa nacque un bimbo speciale chiamato Gesù il Nazareno. Il giorno esatto non è certo, ma si stima tra il 21 e il 25 dicembre, comunque intorno al solstizio d’inverno, nel momento più profondo della notte, in quel punto che viene chiamato Fondo Cielo dello zodiaco, quando termine e inizio coincidono in una sorta di non-tempo. Nella tradizione alchemica, che abbiamo già analizzato, seppur brevemente, nelle precedenti puntate, il 25 rappresenta il serpente, cioè il simbolo biblico della conoscenza che coincide con il giorno della nascita del Sole.
La storia ci ricorda che, mentre i popoli pagani il 25 dicembre celebravano la natività del Sole, è con Sant’ Agostino, padre e dottore della chiesa, intorno alla fine del 300 d.c., che i cristiani iniziano ad attribuire a questa data la nascita di Colui che il sole ha creato.
Etimologicamente, infatti Natale deriva dall’aggettivo latino natalis, che significa qualcosa riguardante la nascita. Così questa santa e magica notte di nascita fisica, e rinascita spirituale, prevede quattro rituali che si possono associare alle quattro fasi di un processo alchemico composto da elementi legati ai quattro colori fondamentali: il nero, il bianco, il giallo e il rosso. Ognuno costituisce una tappa della trasformazione psicologica ed anìmica del processo di crescita interiore.
Nigredo/Nero = Ad Noctem, corrisponde al nero esistenziale, all’inverno e alla gestazione. È l’archetipo dell’ombra, ossia tutti gli aspetti che l’individuo non conosce di sé.
Albedo/Bianco = In Aurora, è la trasformazione e la rinascita. L’incontro con la propria anima, ovvero gli elementi mentali e psichici di ognuno. Il bianco è sia la luce del giorno, sia quella della realtà spirituale.
Citrinitas/Giallo = In Die, è la guarigione e il consolidamento, il rasserenamento e il nuovo equilibrio. Qui il calore e il potere germinativo del Sole fruttificano su tutta la terra.
Dopo avere superate queste 3 fasi, che corrispondono con la tradizione cristiana della messa di mezzanotte, messa dell’alba e messa del giorno, è bello celebrare anche la quarta fase del:
Rubedo/Rosso, che è il compimento, l’armonizzazione, la gioia, la tolleranza, il rispetto, la pace interiore e l’amore universale. Inoltre è anche il colore, più degli altri in ogni angolo del mondo, che viene associato al Natale.
Celebriamo quindi il passaggio dal nero, al bianco, al giallo e al rosso con festeggiamenti e doni per l’impegno profuso, durante il tempo di Avvento, nella nostra personale opera di trasformazione, crescita e rinascita. Quest’anno non potremo scambiarci gli auguri con i consueti calorosi baci ed abbracci, ma forse proprio da questo divieto, dovuto alla pandemia che non sembra diminuire, impareremo ad apprezzarne ancora più la loro bellezza e potenza nel trasmettere sentimenti di gioia, gratitudine e condivisone. Non potremo pranzare con parenti ed amici, non potremo scambiarci doni in feste o aperi-cene sui campi da sci o in vacanze all’estero, ma festeggiare il Natale è ben altro: significa comprendere veramente il messaggio – per alcuni religioso e liturgico, per altri laico o alchimico – che è possibile rinascere ogni anno, esattamente come avviene per la natura che ci circonda e che l’albero di Natale, impreziosito con luci e addobbi, non smetterà mai di raccontarci. Anche se non ci crediamo, secondo l’aromaterapia, il profumo della resina dell’albero (cedro o abete) emana nell’aria alte vibrazioni che ripuliscono le energie esauste legate ad aggressività e pessimismo, donando serenità e armonia. Se solo faremo un poco di silenzio per ascoltarlo, anche in questo 2020, il Natale ci donerà preziosi messaggi.
Auguri di buon Natale a tutti!