Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti ad una Donna

(William Shakespeare, scrittore, 1564-1616)

Ancora oggi sono frequenti le situazioni in cui l’interlocutore donna viene umiliata, sminuita, offesa, ridicolizzata. Diciamo basta a frasi tipo “stai zitta” e alla negazione di una sedia alla più alta carica della Commissione Europea 

di Elena Carrera

Mi è stata commissionata da una cara amica biologa che sta partecipando a Milano all’evento STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics), la ricerca di aforismi scritti da donne rappresentanti delle suddette “discipline dure” per cercare di bilanciare quelli maschili che, al 99% dei casi, compaiono nella seconda di copertina dei libri che pubblicano oggi tutte le case editrici, non solo accademiche o scientifiche.

Premetto che non avrei mai pensato di dover ritornare sul Gender gap già affrontato l’anno scorso ( https://news.olisticmap.it/economia-etica/divario-di-genere-il-conto-alla-rovescia-e-iniziato -da-tempo-ma-i-risultati-positivi-ancora-scarseggiano / )

Sono passati quasi 400 anni da quando Shakespeare scrisse quel bellissimo elogio / ringraziamento alle donne, eppure sembra siano trascorsi quasi invano. Sì, quasi invano se, ancora nel 2021, si trovano episodi inaccettabili nei confronti delle donne.

Nella mia ricerca storico cronologica, navigando sul web, escluso Cleopatra appassionata di alchimia, architettura, astronomia, non ho trovato alcuna citazione fino ad Ipazia, filosofa, matematica, astronoma vissuta nel quinto secolo dopo Cristo (370-415 DC) e brutalmente uccisa perché voleva pensare con la propria testa. Buio assoluto, poi, durante il Medioevo quando lo scienziate erano definite streghe e bruciate sui roghi, per riemergere con saltuarie Sante (Edith Stein, filosofa e carmelitana bruciata ad Auschwitz) fino a circa la fine dell’Ottocento con la Società nazionale per il suffragio femminile che comprendeva anche accademiche in ambito scientifico.

Impossibile, mi sono detta: avrò sicuramente sbagliato a impostare i parametri della mia ricerca. E invece no. Ritentando molte e molte volte, non ho trovato altre citazioni femminili italiane fino a Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel per la Medicina nel 1986, che però mi ha saputo spiegare il perché. La differenza tra i popoli è epigenetica, ambientale. Ancora oggi quando vi raccontano che filosofie e teorie spirituali, dalla Kabbalah alla metafisica, hanno semper considerato le donne creature divine al pari dell’uomo, ma poi, a livelli apicali manageriali o accademici nelle loro istituzioni, non compaiono mai volti femminili. Il capitale cerebrale è lo stesso: in alcuni casi è stato storicamente represso, in altri incoraggiato.Così è successo anche tra uomini e donne. È sempre un dato culturale di ingiustizie. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di smetterla di spaventare o aggredire verbalmente gli uomini con le vostre opinioni e soprattutto quando vi dicono di star zitta !!.Come è successo nel maggio 2020 su Radio Capital alla scrittrice Michela Murgia. Da quell’increscioso episodio, tuttora rintracciabile su You Tube , ha tratto il libro, uscito da poco più di un mese, Stai zitta e altre frasi che non vogliamo mai più sentire .Murgia racconta che ancora oggi sono frequenti le situazioni in cui l’interlocutore donna viene umiliata, sminuita, offesa, ridicolizzata, addirittura paragonata a specie animali, in modo che perda credibilità e autorevolezza. E purtroppo questo è riaccaduto anche alcuni giorni fa in un video di un noto personaggio che, in modo concitato (per non dire emotivamente instabile) ha difeso il figlio indagato per stupro di gruppo, ridicolizzando la giovane vittima.

Quindi? Non abbassiamo la guardia. Mai. Stiamo sempre molto attente, e se anche ci costa fatica, imbarazzo, coraggio e dolore, impariamo a non accettare le situazioni in cui ci mancano di rispetto. Mai. Il rischio che da questo episodio ne susseguano altri, non più solo verbali, è troppo alto e non dobbiamo permetterlo. Direte voi: ma in fin dei conti quel video ha fatto emergere solo un imbarbarimento lessicale di un uomo iracondo. Eh no, pensiamoci bene: ha offeso la nostra dignità e, ancora una volta, la nostra intelligenza è stata trucidata. Come avvenne 1606 anni fa con quella di Ipazia.

Per invertire la rotta potremmo, ad esempio nel nostro piccolo, insegnare alle giovani generazioni che c’è anche una storia fatta dalle donne: scienziate, teologhe, giuriste che però non compaiono nei testi scolastici e che il correttore ortografico di word, spesso, non riconosce e ritrasforma immediatamente in maschile. Potremmo così andare di pari passo al lavoro della commissione Cultural Change del W20 – Engagement group del G20 specializzato in parità di genere – che ha lanciato il progetto 100 Women Missing in Schoolbooks.Un’idea utilissima che consentirà di inserire nei manuali scolastici anche Bettisia Gozzadini che insegnò diritto all’Università di Bologna nel 1236, Laura Bassi Veratti che nel 1776 fu la prima docente donna in fisica e moltissime altre. Forse in questo modo le giovani studentesse si avvicineranno più facilmente, e senza timore, alle STEM, seguendo le orme delle professioniste che hanno precedute secoli fa.

E forse questo servirà anche affinchè non si vedano più situazioni imbarazzanti, per non dire indegne, in cui una donna, niente meno che il presidente della Commissione Europea, resti in piedi, a differenza dei colleghi, senza che il protocollo provveda a risolvere immediatamente la gaffe.

INTEGRAZIONE 16 MAGGIO 2021

Da una lettrice sono arrivati ​​due utili suggerimenti per arricchire questa riflessione sul mancato riconoscimento femminile nella storia dell’umanità. I dizionari Oxford, grazie alla petizione Cambia la definizione sessista di Oxford Dictionary di Donna lanciata nel giugno del 2019 e che ha raccolto 35mila firme, e Treccani finalmente hanno aggiornato le loro rispettive voci di “donna” eliminando sinonimi offensivi, sessisti, equiparandone la descrizione neutra già ampiamente utilizzata per il termine “uomo”. Anche questi sono piccoli, ma preziosi, segnali di cambiamento indicano che il  nuovo paradigma /archetipo femminile che le giovani generazioni inizieranno a utilizzare potrà riportare in giusto equilibrio i ruoli maschili e femminili. 

Elena Carrera

Elena Carrera, pranic healer da 22 anni con Institute for Inner Studies Choa Kok Sui, opera nel mondo delle energie olistiche come shiatsuca e blogger. Dopo tre anni di studio e pratica ha conseguito l'attestato di qualificazione professionale di...

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