Elena Carrera, 23 settembre 2020
Anche in Lombardia esistono le piramidi. Lo sapevate? Io no, quindi potete ben immaginare il mio stupore quando ho visitato quelle di Montevecchia in Brianza e quelle di Zone, sopra il lago di Iseo, prendendo coscienza del fatto che io abito nel mezzo tra le due.
Queste piramidi naturali sono siti che emanano un’energia intesa, compatta, austera e al loro cospetto ci si trova improvvisamente immersi in una sorta di salto temporale.
Ve le descrivo meglio, nel dettaglio.
Le piramidi di Montevecchia, in provincia di Lecco, apparentemente sembrano tre normalissime colline brianzole, come tutte le altre circostanti, ma l’osservazione aerea nel 2001 ha svelato qualcosa di più enigmatico. Sono state scoperte dall’architetto Vincenzo di Gregorio nella loro altezza 40/50 metri, esattamente nel mezzo nel Parco Regionale di Montevecchia e della Val Curone. Base, lati e pendenza di queste strutture geologiche sono identiche, evento alquanto impossibile in natura. Inoltre orientate a Est, sono disposte esattamente come le piramidi della piana di Giza in Egitto e, come le piramidi egiziane, seguono la costellazione della cintura di Orione.
Le piramidi di Zone, invece, si raggiungono lasciandosi alle spalle la sponda bresciana del lago di Iseo e salendo in Val Camonica fino a quella di Zone, dove sorgono queste creazioni della natura che, nel corso dei secoli, grazie all’erosione provocata dall’acqua a contatto con il particolare terreno della montagna di origine morenica, ha determinato la nascita di queste uniche sculture naturali. Situati in un’area considerata Riserva naturale regionale, sono molto simili ai Camini delle Fate in Turchia, raggiungono anche i 30 metri di altezza ed hanno posizionato sulla cima un gigante sasso di color violaceo.
Durante le vacanze agostane, a Montevecchia prima e a Zone poi, ho partecipato a un incontro di gruppo con un curandero del Belize che ci ha trasmesso molti contenuti andini spirituali, nell’accezione più laica possibile e atemporale che vorrei condividere con voi.
La vita è costituita da una serie di cambiamenti spontanei e naturali. Dovremmo quindi imparare a non opporre loro resistenza, in quanto questo creerebbe solo ulteriore conflitto, amarezza e dispiacere. Lasciamo invece che la realtà scorra e fluisca naturalmente, anche se a noi sembra un non senso. In questo modo sperimenteremo che quando siamo in pace con noi stessi e non ci arrovelleremo più in confronti o competizioni, allora, e solo allora, tutti ci rispetteranno. Il curandero su questo aspetto è stato molto chiaro: se siamo depressi viviamo nel passato; se siamo ansiosi viviamo nel futuro, ma solo se siamo in pace viviamo nel presente. E il presente è il qui ed ora del lungo viaggio che siamo stati chiamati a intraprendere sul pianeta terra. Semplicità, pazienza, compassione: questi sono i 3 più grandi tesori che dovremo scoprire lungo il nostro percorso. Con la semplicità nelle azioni e nei pensieri ritorneremo alla fonte dell’essere. Con la pazienza ci concilieremo con il senso delle cose. Ma solo con la compassione verso noi stessi ci riconcilieremo anche con tutti gli esseri del creato.
Sono passati solo 5 mesi dal momento più buio dell’emergenza Covid19, eppure sembra che molti se ne siano già dimenticati. La compassione, sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui desiderando di alleviarla o quanto meno di non aumentarla, ci aiuterà ad entrare nella Fase 4, continuando ad essere rispettosi delle buone pratiche con i nostri comportamenti quotidiani.
Elena Carrera